Politica Estera in Pillole è la nuova rubrica settimanale di The Political Corner. Pensata per funzionare come una newsletter, la rubrica è curata da due autrici specializzate nelle relazioni internazionali che, ogni venerdì, presenteranno e analizzeranno i principali eventi di politica estera dalle macroaree del mondo. Buona lettura!
6 febbraio – 12 febbraio 2021
Nord America – Europa – Sud America – Africa – Medio Oriente – Asia-Pacifico
NORD AMERICA
Primo confronto Biden-Xi Jinping – 10 febbraio

Il primo confronto tra il Presidente degli USA Joe Biden e l’omologo cinese Xi Jinping ha avuto luogo questo mercoledì, con una conversazione telefonica di più di due ore. In questa occasione, il Presidente statunitense ha ribadito le proprie preoccupazioni in merito alla salvaguardia dei diritti umani, in particolare in riferimento a Taiwan, Hong Kong e Xinjiang, su cui, però, Pechino ha richiamato Washington alla prudenza, ricordando i principi di sovranità e integrità territoriale. Inoltre, Biden ha riconosciuto la Cina come maggiore competitor degli USA, avvertendo i senatori poco dopo di far presto prima che la Cina “mangi tutto il loro pranzo“, ma ha acconsentito a cooperare per far fronte alle grandi sfide globali, sempre nell’interesse del popolo statunitense.
Dialogo tra ex Repubblicani per la formazione di un terzo partito? – 10 febbraio
Secondo alcune testimonianze raccolte da Reuters, diversi ex funzionari ed esponenti del Partito Repubblicano si sarebbero riuniti virtualmente per discutere della possibilità di aprire ad una nuova e terza forza politica, di centro-destra. Tale partito, fondato su un “conservatorismo di principio” e totale rispetto della Costituzione, della democrazia e dello Stato di diritto, si inserirebbe nella frattura lasciata dalla Presidenza Trump all’interno del Partito Repubblicano, che, secondo alcuni dei partecipanti alla riunione, non sarebbe stato sufficientemente rigido alla luce dei recenti avvenimenti di Capitol Hill .

Il post-Trump: sviluppi del processo di impeachment e blocco definitivo da Twitter – 10 febbraio

Il quadro delineato dall’accusa durante il processo di impeachment contro Donald Trump è chiaro: non solo l’ex inquilino della Casa Bianca ha rappresentato di fatto l’istigatore degli episodi di violenza a Capitol Hill, ma non vi è garanzia che, semmai rieletto, non possa nuovamente incitare all’uso illegittimo della forza. Nel frattempo, è giunta anche la notizia del ban definitivo da Twitter: Trump, infatti, rimarrebbe escluso dal social anche in caso di ricandidatura.
EUROPA
Crisi diplomatica UE-Russia: Borrell nel mirino – 9 febbraio
L’Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’UE, Joseph Borrell, è stato fortemente criticato per l’improvvisa visita a Mosca, dove il 5 febbraio ha incontrato il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. A poche ore dall’incontro, durante il quale Lavrov aveva accusato l’UE di essere “un partner inaffidabile”, Mosca aveva espulso gli ambasciatori della Germania, della Polonia e della Svezia per aver presumibilmente partecipato a manifestazioni a sostegno della liberazione di Aleksej Naval’nyj. Borrell è ora nel mirino di molti parlamentari europei, che ne chiedono le dimissioni.

Bielorussia: Lukashenko organizza l’“Assemblea del Popolo” – 11 febbraio

Il Presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, da mesi oggetto del malcontento popolare, che ne richiede la deposizione, ha avviato l’“Assemblea del Popolo”, un incontro volto all’elaborazione di riforme politiche e, in particolare, della nuova Costituzione, che, idealmente, dovrà essere sottoposta a referendum popolare nel 2022. A partecipare a questa assemblea straordinaria per lo più funzionari governativi fedeli a Lukashenko, cosa che ha innescato dure critiche da parte dell’opposizione e la possibilità di nuove proteste.
Parlamento UE approva il Recovery Fund – 9 febbraio
Il Parlamento europeo ha dato il via libera al regolamento UE per l’istituzione della “Recovery and Resilience Facility”, adottandolo con una maggioranza di 582 voti (con 40 contrari e 69 astenuti). I fondi previsti, volti ad “alleviare le conseguenze economiche e sociali della pandemia”, saranno composti da contributi a fondo perduto e a debito per un totale di €672.5 miliardi. La “Recovery and Resilience Facility” è la componente maggiore del piano Next Generation EU (€750 miliardi), e una quantità considerevole dei fondi stanziati dovrà essere indirizzata a transizione verde e digitalizzazione. I Paesi UE avranno fino ad aprile per poter presentare i propri piani nazionali alla Commissione, che dovrà poi approvarli.

SUD AMERICA
Crisi istituzionale ad Haiti – 9 febbraio

Negli ultimi giorni, si sono intensificate le tensioni tra le forze politiche haitiane di opposizione e il Presidente Moïse, che ha confermato la scadenza del proprio mandato nel 2022. Questa domenica, infatti, secondo dichiarazioni del Ministro della Giustizia, un tentativo di colpo di Stato sarebbe stato sventato dalle forze di sicurezza e sarebbe culminato nell’arresto di 23 persone, tra cui un giudice della Corte di Cassazione. È seguito, questo lunedì, l’ordine esecutivo di Moïse per la sospensione dal ruolo di altri due giudici della Cassazione. Questi tre, infatti, erano stati proposti dall’opposizione come alternativa ad interim, con la decisione finale delle forze politiche di presentare Joseph Mécène Jean Louis. Dopo quest’ultima mossa del Presidente Moïse, diversi protestanti si sono riversati nelle strade di Port-Au-Prince, denunciando la “dittatura” del Presidente e scontrandosi con le forze di polizia.
Elezioni in Ecuador: si andrà al ballottaggio – 8 febbraio
Questa domenica in Ecuador si sono aperti i seggi per l’elezione del successore del Presidente Lenin Moreno. I risultati elettorali sembrano chiari per il candidato Andres Arauz, economista e politico di sinistra, con il 32.44%, ma c’è più incertezza sull’avversario con il quale dovrà andare al ballottaggio. Dall’altro lato, infatti, troviamo l’indigeno Yaku Perez, attivista per l’ambiente, con il 19.65%, di poco in vantaggio rispetto all’ex banchiere Guillermo Lasso, di destra, con il 19.60%. Mentre una piccola percentuale dei voti deve essere ancora conteggiata, il quasi ex presidente Moreno auspica che il Paese possa giungere velocemente a un risultato elettorale attendibile.

AFRICA
Libia: il Libyan Political Dialogue Forum elegge i membri del Consiglio Presidenziale e il PM ad interim – 6 febbraio

A Ginevra, il Libyan Political Dialogue Forum, un’assemblea formata da 75 delegati libici sponsorizzata dall’ONU per raggiungere un compromesso sulla caotica situazione politica in Libia, ha nominato i tre membri del Consiglio Presidenziale, che rappresenteranno le tre aree geografiche maggiori del Paese, e il Primo Ministro ad interim, che avrà il compito di guidare un governo di transizione volto a organizzare elezioni democratiche entro la fine dell’anno. Il PM sarà Abdul Hamid Dbeibah, che avrà 21 giorni per formare un governo e ulteriori 21 per ottenere la fiducia in Parlamento. Tuttavia, non sono mancate le critiche, dati gli stretti legami tra Dbeibah e Gheddafi durante il regime del colonnello, e il presunto coinvolgimento del nuovo PM in attività di riciclaggio di denaro, finanziamento della Fratellanza Musulmana e compravendita di voti. Nel frattempo, Libyan Airways ha ripreso i voli tra Tripoli e Bangasi, rispecchiando l’apparente riunificazione del Paese.
Senegal: l’esercito prende basi ribelli nella regione della Casamance – 11 febbraio
L’esercito del Senegal ha annunciato di aver preso il controllo di tre basi ribelli nella regione meridionale della Casamance, striscia di terra compresa tra gli Stati del Gambia e della Guinea-Bissau. Il controllo della Casamance, contesa tra Francia e Portogallo durante il periodo coloniale, è stato oggetto di un conflitto tra il governo centrale di Dakar e il Movimento delle Forze Democratiche della Casamance, mai del tutto risolto. L’offensiva governativa potrebbe causare ulteriore instabilità della regione, sede, tra l’altro, di traffici di droga.

Impasse elettorale in Somalia: l’ONU chiede la fine della crisi politica – 10 febbraio

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto al governo somalo e ai rappresentanti regionali di riprendere i colloqui per l’organizzazione delle elezioni, che in teoria si sarebbero dovute svolgere lo scorso 8 febbraio, quando è giunto a conclusione il mandato dell’attuale PM Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Farmajo. Il ritardo è dovuto non solo alla continua minaccia terroristica di al-Shabaab, gruppo notoriamente anti-governativo, ma soprattutto al complesso sistema elettorale somalo, che prevede la partecipazione dei clan, che eleggono indirettamente i membri della Camera Bassa del Parlamento, e dei 5 Stati federali, che invece eleggono i membri della Camera Alta. Tuttavia, la frammentazione dello Stato somalo, con ben tre Stati regionali (Somaliland, Jubbaland e Puntland) che rivendicano maggiori autonomie — se non l’indipendenza —, ha reso l’organizzazione delle elezioni problematica.
MEDIO ORIENTE
L’Egitto riapre il confine con la striscia di Gaza – 9 febbraio
Questo martedì, l’Egitto ha deciso di riaprire “a tempo indeterminato” il valico di Rafah, al confine con la striscia di Gaza. Questa decisione è il risultato di un incontro tenutosi per due giorni nella città de Il Cairo fra le fazioni palestinesi di Fatah e Hamas in vista delle prossime elezioni. La riapertura del valico di Rafah permetterebbe una maggiore libertà di movimento ai palestinesi stanziati nella striscia, controllata da Hamas e sottoposta da diversi anni a un blocco marittimo, terrestre e aereo stabilito da Israele e precedentemente anche dall’Egitto.

Arabia Saudita: rilasciata l’attivista Loujain al-Hathloul – 10 febbraio

Come annunciato dalla sorella dell’attivista saudita su Twitter questo mercoledì, Loujain al-Hathloul è stata rilasciata dopo circa tre anni di prigionia, secondo le dichiarazioni dei familiari. Al-Hathloul era stata, infatti, imprigionata nel 2018 e incarcerata con l’accusa di attività legate al terrorismo, dopo essersi strenuamente opposta al divieto di guida imposto alle donne saudite. La decisione della scarcerazione è stata accolta con approvazione dalla comunità internazionale e, in particolare, dall’amministrazione Biden e dal consigliere del Presidente, Jake Sullivan. Tuttavia, la detenzione di attiviste per diritti umani in Arabia Saudita rimane un problema: Al-Jazeera ricorda, in particolare, i casi di Samar Badawi, Nassima al-Sadah e Mayaa al-Zahrani.
Fallite le negoziazioni del Consiglio di Sicurezza ONU per la Siria – 10 febbraio
È nuovamente fallito il tentativo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di raggiungere un accordo riguardo alla drammatica situazione in Siria. Le negoziazioni, infatti, supportate dall’Inviato Speciale ONU Geir Pedersen, avrebbero dovuto portare a una dichiarazione congiunta per far ripartire il processo di pacificazione nel territorio siriano. Secondo alcuni diplomatici, a fare ostruzionismo sarebbe stata la Russia, maggiore alleato della Siria, che avrebbe avanzato richieste non accettabili per gli Stati occidentali. Tale informazione è stata poi smentita da diplomatici russi. In ogni caso, si rinnova l’invito dell’Inviato Speciale a “superare le attuali divisioni nella comunità internazionale” e ad attuare una “diplomazia internazionale costruttiva”, tassello fondamentale per un reale processo di pace.

ASIA-PACIFICO
Pacific Island Forum: gli Stati micronesiani annunciano il ritiro dall’organizzazione – 10 febbraio

La decisione dei 5 Stati della Micronesia (Kiribati, Isole Marshall, Stati federati di Micronesia, Nauru e Palau) di ritirarsi dal Pacific Islands Forum (PIF), organizzazione internazionale finora composta da 18 Stati membri, tra cui Australia e Nuova Zelanda, potrebbe avere severe conseguenze, considerando che l’area è al centro degli interessi geopolitici di Washington, Canberra, Wellington, Tokyo e Pechino. La decisione ha fatto seguito al voto per il Segretario Generale del PIF, che, sulla base di un criterio informale di rotazione delle cariche tra le tre aree componenti il PIF (Micronesia, Melanesia e Polinesia), sarebbe spettato alla Micronesia. Quando, invece, il candidato portato avanti dalla Polinesia, Henry Puna, ex PM delle Isole Cook, è stato eletto, gli Stati micronesiani hanno notificato la volontà di recedere dall’organizzazione. Questa decisione ha implicazioni anche in ambito internazionale, dato che la presenza nel PIF della Micronesia, da sempre sostenuta dagli USA, impediva ad Australia e Nuova Zelanda di sviluppare la loro “agenda di integrazione”, volta alla creazione di più stretti legami con la Melanesia e la Polinesia.
Continuano le proteste in Birmania: Biden annuncia sanzioni – 10 febbraio
Il Presidente USA Joe Biden ha dichiarato che saranno inflitte sanzioni contro la Repubblica del Myanmar. In particolare, Biden ha annunciato controlli sulle esportazioni birmane e l’irrogazione di sanzioni mirate contro i militari che hanno organizzato il coup, mentre continueranno gli aiuti umanitari e l’assistenza medica. A più di una settimana dal colpo di Stato organizzato dall’esercito birmano, le proteste continuano; mentre gli arresti sfiorano la soglia dei 300, i manifestanti sperano che le forze di polizia, sebbene dipendenti dalle autorità militari, si uniscano alle proteste.

Accordo Nuova Delhi-Pechino per disimpegno militare sul confine himalayano – 11 febbraio

India e Cina hanno raggiunto un’intesa riguardo l’area contesa del lago Pangong Tso, Himalaya occidentale, riguardante il ritiro delle rispettive truppe dal confine. La tensione tra i due Paesi, che da anni discutono circa l’effettiva delimitazione dei loro territori, specialmente lungo l’arco himalayano, si era acuita l’aprile scorso, quando Nuova Delhi aveva accusato Pechino di essersi introdotta in territorio indiano. Successivi scontri sul confine avevano causato il dispiegamento da ambo le parti di forze militari.
About the Authors
Valeria Pia Soricelli
Nata a Benevento nel 1998, è appassionata di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare interesse verso il Medio Oriente. Ha conseguito il diploma di maturità classica e la laurea triennale in Scienze Politiche. Attualmente è studentessa del corso magistrale in International Relations presso la LUISS Guido Carli e sta svolgendo il tirocinio nella sezione Relazioni Bilaterali dell’Ambasciata Britannica di Roma. Ha inoltre partecipato al programma Erasmus+ presso l’Institut d’études politiques Sciences Po Paris. Da includere tra le sue varie passioni anche la musica rock, il canto e il cinema francese. View more articles.
Angela Venditti
Nata a Foggia nel 1999, nutre un profondo interesse per le relazioni internazionali, la cooperazione allo sviluppo e la geopolitica. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche nell’estate 2020, ed è attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali presso la LUISS Guido Carli. Complice la partecipazione al progetto Erasmus all’Institut d’Études Politiques SciencesPo Paris, ha potuto approfondire tematiche legate al continente africano, diventato fonte di interessanti spunti e ricerche. È amante della letteratura francese e delle lingue, ed è grande appassionata di F1. View more articles.
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