Il 2021 sembra essere l’anno giusto per porre un limite all’inquinamento marittimo del Mare Nostrum. Tra i buoni propositi di inizio anno, il Ministero dell’Ambiente ha messo al primo posto la pulizia delle acque mediterranee. La condizione in cui versa il mare che circonda il nostro Paese è, infatti, alquanto delicata. Il Mar Mediterraneo è sempre più invaso da rifiuti e ciò rappresenta un’emergenza che non deve essere assolutamente ignorata, soprattutto dall’Italia. Il litorale del nostro Paese, infatti, è secondo solo a quello egiziano per inquinamento costiero e, durante la stagione estiva, l’arrivo dei turisti non fa altro che peggiorare una situazione già molto critica.
Il nemico principale è la plastica: il 95% dei rifiuti che inquinano il mare è rappresentato da materiale plastico e 90 sono le tonnellate di plastica che galleggiano sulle acque italiane. Questi numeri esorbitanti fanno sicuramente riflettere e soprattutto indicano il rischio di compromettere irreversibilmente l’ambiente, ma non solo: gli studi, infatti, mostrano la presenza di un’elevatissima percentuale di polimeri sintetici nelle acque, evidenziandone le potenzialità minacciose non solo per l’integrità del patrimonio marittimo, ma anche per la salute dell’uomo.
La caratteristica principale della plastica, ossia la resistenza agli agenti atmosferici, la rende al contempo il materiale prediletto per la costruzione a basso costo di molti oggetti e il peggior nemico dell’ambiente.
La risposta dell’Italia
Queste stime hanno fatto allarmare gli scienziati e gli ambientalisti di tutto il mondo, che ogni giorno incoraggiano i Paesi a promuovere un’economia circolare al fine di garantire il riciclo di questo materiale così dannoso. Tale esigenza è stata colta dall’Italia, che ha risposto positivamente all’allarme mosso dagli esperti. Il primo febbraio il Ministro dell’Ambiente ha inaugurato a Fiumicino la flotta antinquinamento, rivolta alla pulizia del mare e delle foci italiane. Eliminare i residui di idrocarburi e i cosiddetti marine litter (rifiuti marini) è l’obiettivo principale della flotta antinquinamento del consorzio Castalia. Le 32 navi specializzate di Castalia noleggiate dal Ministero dell’Ambiente, di cui 23 costiere e 9 d’altura, ripuliranno fino al 2023 i rifiuti marini delle aree più inquinate del Mediterraneo. Oltre al presidio del mare territoriale e dei fiumi, 4 unità navali sorveglieranno le zone di mare dove si trovano le piattaforme petrolifere.
Per risolvere definitivamente il problema, dal 2020 l’Italia si è affidata a Corepla, il Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica. In questa fase, Corepla si occuperà principalmente della fase di analisi sui vari rifiuti raccolti dalla flotta antinquinamento, al fine di valutare quali siano i modi corretti per riciclare ogni tipologia di scarto e realizzare concretamente un principio di blue economy. L’economia circolare e la corretta gestione dello smaltimento dei rifiuti sono da sempre stati al centro dell’interesse di Corepla, afferma il Presidente Quagliuolo. Tuttavia, l’inquinamento dei mari è un problema che può essere risolto solo grazie ad un’azione collettiva e supportata dalle istituzioni locali e internazionali: attenendosi agli impegni di cui l’Italia si è fatta carico in campo europeo e internazionale, Corepla svolgerà anche attività di monitoraggio, tracciamento e analisi sulla composizione dei marine litter. Il fine è sempre quello di fornire tutti gli strumenti necessari per approcciarsi ad una mentalità di riuso degli oggetti, in cui il rifiuto non è più considerato solo un materiale di scarto, ma rappresenta l’elemento essenziale e il presupposto di una nuova catena produttiva.
Le Manta: l’innovazione green per ripulire i mari dai rifiuti
L’ultima innovazione green è stata creata dall’attivista Yvan Bourgnon, conosciuto come “il gladiatore dei mari”. Due anni fa, in seguito ad un viaggio nell’Oceano Indiano in cui rimase quasi bloccato dalla coltre di rifiuti plastici che oggi coprono il blu delle sue acque, Bourgnon decide di dare vita al progetto Le Manta. Il desiderio di dare nuovamente quell’aspetto incontaminato che ha da sempre caratterizzato le acque oceaniche ha portato Yvan a realizzare la prima nave-fabbrica della storia. Manta innovation è il nome dell’enorme catamarano di oltre 50 metri che si occupa di ripulire i mari dai rifiuti plastici. Possiamo definire Manta innovation come il più grande netturbino artificiale mai creato nella storia. La barca è stata progettata per autoalimentarsi circa al 70% attraverso l’energia che produce dalla raccolta dei rifiuti; il fulcro principale della sua energia deriva infatti dall’accumulo e dal successivo riciclo dei materiali raccolti. Manta innovation navigherà tra i mari grazie a 4 motori elettrici alimentati solo da energia rigorosamente rinnovabile: turbine eoliche e pannelli solari. Ovviamente, per evitare che la barca raccolga indistintamente anche i pesci, sarà dotata di un impianto ad onde sonore per allontanare la fauna marittima.
Tale innovazione rappresenta una reale svolta nella battaglia contro l’inquinamento e permette di ripristinare — almeno in parte — un ambiente che purtroppo l’umanità ha trattato come una discarica a cielo aperto, tralasciandone l’importanza e abbandonandolo a se stesso.
(Featured Image Credits: Iconaclima.it)
About the Author
Costanza Berti
Nata a Massa Marittima nel 1998, ha conseguito una laurea triennale in Scienze Politiche e ora frequenta il corso di laurea magistrale in Gestione d’Impresa presso l’università LUISS di Roma. La sua vita si divide tra Roma e Follonica. Da sempre appassionata di viaggi, nel corso degli anni ha potuto scoprire e vivere culture molto diverse tra loro. Nel 2019 ha preso parte al progetto Erasmus a Rotterdam, trascorrendo un semestre di studio alla Erasmus University of Rotterdam. View more articles.
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