Politica Estera in Pillole

Politica Estera in Pillole è la nuova rubrica settimanale di The Political Corner. Pensata per funzionare come una newsletter, la rubrica è curata da due autrici specializzate nelle relazioni internazionali che, ogni venerdì, presenteranno e analizzeranno i principali eventi di politica estera dalle macroaree del mondo. Buona lettura!


29 gennaio – 5 febbraio

Nord AmericaEuropaSud America AfricaMedio OrienteAsia-Pacifico


NORD AMERICA

“Diplomacy is back”: l’agenda di Biden in politica estera – 4 febbraio

In occasione della prima visita al Dipartimento di Stato, Biden ha presentato la propria agenda in politica estera annunciando “il ritorno della diplomazia” e il rifiuto del precedente isolazionismo. Secondo il programma del Presidente democratico, sono previsti il rientro nell’accordo sul nucleare e la svolta anti-saudita per quanto riguarda il conflitto in Yemen. Biden, infatti, ha recentemente annunciato lo stop all’esportazione di armi verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. In continuità con la precedente amministrazione, invece, ha riconfermato l’approccio rigido verso Cina, Russia e Venezuela.

Image Credits: RSI News

Il Canada classifica i Proud Boys come gruppo terroristico – 3 febbraio

Image Credits: John Rudoff/Anadolu Agency via Getty Images

Come annunciato questo mercoledì dal Ministro per la Sicurezza Pubblica Bill Blair, il Canada ha deciso di inserire nella lista di “organizzazioni terroristiche” anche il gruppo di estrema destra dei Proud Boys. Tale misura, adottata alla luce del recente assalto a Capitol Hill, permetterebbe al governo canadese di imporre sanzioni e non permettere l’ingresso nel Paese ai membri di tali gruppi terroristici.

Trump non testimonierà nel processo di impeachment – 4 febbraio

Secondo quanto recentemente dichiarato dai legali dell’ex Presidente Donald Trump, quest’ultimo avrebbe rigettato la richiesta di testimoniare, avanzata dai democratici. L’iniziativa sarebbe stata descritta come una “trovata pubblicitaria” e l’impeachment una “procedura incostituzionale”.

Image Credits: Keystone

EUROPA

Brexit: complicazioni tra UE e UK per forniture vaccinali – 30 gennaio

Image Credits: Shutterstock/Kevin J. Frost

In seguito all’annuncio da parte dell’azienda britannica AstraZeneca di aver esaurito le forniture di vaccino anti-Covid riservate ai Paesi dell’UE, la Commissione europea ha chiesto di reindirizzare alcune dosi prodotte e destinate al Regno Unito verso i Paesi del blocco. Al rifiuto di AstraZeneca, la Commissione ha annunciato l’attivazione dell’art. 16 del Protocollo per l’Irlanda del Nord incluso nell’accordo per l’uscita dell’UK dall’Unione, che prevede la sospensione della frontiera aperta tra Irlanda e Irlanda del Nord in caso di “difficoltà economiche, sociali e ambientali”. In particolare, questa misura avrebbe reintrodotto i controlli sulle esportazioni dei vaccini prodotti su suolo europeo da Dublino a Belfast. Tuttavia, in seguito alle critiche, la Commissione ha ritrattato. 

L’Italia sospende la vendita di armi a Riyad e Abu Dhabi – 29 gennaio

Il Ministro degli Esteri italiano Luigi di Maio ha annunciato la revoca delle autorizzazioni per la vendita di missili e bombe aeree ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. La decisione fa seguito ad un provvedimento del luglio 2019, quando il governo italiano aveva predisposto una sospensione temporanea di 18 mesi all’export di armamenti ai due Paesi. Per Di Maio, la decisione era necessaria, dato “l’impegno inderogabile” dell’Italia al rispetto dei diritti umani. Il riferimento è alla guerra in Yemen, dove sia Arabia Saudita che EAU intervengono militarmente. Inoltre, l’export italiano di armi a Paesi coinvolti in conflitti e irrispettosi dei diritti umani è un tema che ha assunto sempre più rilevanza nella penisola, specialmente a seguito dell’uccisione di Giulio Regeni e la detenzione di Patrick Zaki da parte dell’Egitto, destinatario anch’esso di commesse militari. 

Image Credits: STEPHANIE LECOCQ / POOL / AFP

Mosca: Navalny condannato tra le proteste – 2 febbraio

Image Credits: AP Photo/Aleksander Khitrov

La corte distrettuale di Simonovsky a Mosca ha condannato Aleksey Navalny a due anni e otto mesi di carcere per aver violato la condizionale della pena per frode fiscale, per cui era stato ritenuto colpevole nel 2014. Inoltre, è stato richiamato in tribunale per l’accusa di calunnia nei confronti di alcuni veterani della Seconda guerra mondiale, che potrebbe costargli ulteriori due anni di prigione. Le proteste pro-Navalny continuano in tutta la Russia per la seconda settimana consecutiva, nonostante i numerosi arresti, che, secondo alcune fonti interne, ammonterebbero a più di 10.000 dall’inizio delle manifestazioni, e le violenze delle forze di sicurezza.


SUD AMERICA

Alleati di Bolsonaro a capo del Congresso – 2 febbraio

Due alleati del Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, sono stati eletti come presidenti della Camera dei deputati e del Senato: parliamo di Arthur Lira dei Progressisti (PP) per la camera bassa e Rodrigo Pacheco dei Democratici (DEM) per la camera alta. Il Presidente si è pubblicamente congratulato pubblicando su Twitter due foto con le nuove figure istituzionali. Questa nuova svolta politica potrebbe sicuramente costituire un vantaggio per il Presidente brasiliano, in particolare in vista delle elezioni presidenziali del 2022.

Image Credits: ISPI

El Salvador: Medici Senza Frontiere sospende le attività dopo un attentato

Image Credits: Medicos Sin Frontieras

La scorsa domenica, un’ambulanza di Medici Senza Frontiere è stata attaccata nella zona di Ilopagos, nella città di San Salvador. Dopo l’avvenimento, la ONLUS ha annunciato la sospensione delle proprie attività, rivendicando la propria natura “imparziale, indipendente e neutrale” e lanciando l’hashtag #NoSomosUnObjetivo.

Panama: creazione di nuove zone franche per attrarre investimenti – 4 febbraio

Il governo di Panama ha annunciato l’istituzione di cinque zone franche nel Paese, con l’obiettivo di attrarre investimenti locali e stranieri. A tal proposito, sarebbero previsti 21,91 milioni di dollari in investimenti e 10.000 nuovi posti di lavoro.

Image Credits: ANSA/EPA/Bienvenido Velasco

AFRICA

Nigeria: danni ambientali risarciti da filiale Shell – 31 gennaio

Image Credits: MARTEN VAN DIJL/MILIEUDEFENSIE

La Corte di Appello dell’Aia ha stabilito che la filiale nigeriana della Shell (la Shell Petroleum Development Company of Nigeria) dovrà risarcire gli agricoltori che avevano denunciato l’azienda per danni ambientali nel delta del fiume Niger, causati dalle perdite di petrolio dalle condutture installate dalla Shell. La base legale per la decisione della Corte è la violazione del cosiddetto “duty of care”, che prevedrebbe l’obbligo per individui e organizzazioni di evitare che il loro operato possa prevedibilmente causare danni a terzi. La sentenza, emessa dopo ben 13 anni di contenziosi giudiziari, è da considerare rivoluzionaria, in quanto potrebbe spianare la strada ad ulteriori casi di inquinamento ambientale e sfruttamento delle risorse ad opera di multinazionali petrolifere e non nei Paesi in via di sviluppo.  

Mogadiscio: al-Shabaab rivendica l’attentato all’Hotel Afrik – 31 gennaio

Nella giornata di domenica un’autobomba è esplosa nei pressi dell’Hotel Afrik, a Mogadiscio, seguita da una sparatoria tra militanti del gruppo terrorista al-Shabaab e le forze di sicurezza dell’albergo. Almeno nove le vittime, tra cui l’ex. Ministro della Difesa e generale dell’esercito Mohamed Nur Galai, considerato in Somalia un eroe di guerra. Fin dalla sua costituzione nel 2006, il gruppo jihadista organizza attentati per rovesciare il governo centrale e stabilire la legge islamica nel Paese. Questo attacco, che segue di qualche settimana un analogo attentato, potrebbe ulteriormente complicare la precaria situazione politica della Somalia, che il prossimo 8 febbraio dovrebbe tenere le elezioni presidenziali.

Image Credits: EPA-EFE/SAID YUSUF WARSAME

Libia: voto per la creazione di un governo di transizione – 5 febbraio  

Image Credits: Violaine Martin/United Nations Support Mission in Libya

Il Lybian Political Dialogue Forum, sponsorizzato dall’ONU, ha approvato una lista di candidati per formare un governo di transizione, che avrà il compito di ripristinare l’assetto istituzionale del Paese e portare la Libia alle elezioni a fine 2021. I 75 delegati del Forum, che provengono dalle tre regioni principali del Paese nordafricano (Tripolitania, Cirenaica e Fezzan), voteranno per l’elezione del consiglio presidenziale tripartito, che garantirà a ciascuna regione un rappresentante, e del Primo Ministro, che dovrà ottenere almeno il 70% dei voti dei delegati per essere nominato. Tuttavia, sebbene questi colloqui di pace siano stati il tentativo più concreto di pacificare il Paese, nella pratica i gruppi paramilitari presenti sul territorio libico leali alle varie fazioni e l’intervento di numerose potenze esterne, guidate da interessi economici e politici, potrebbe impedire l’effettiva risoluzione del conflitto. 


MEDIO ORIENTE

Normalizzazione Israele-Kosovo – 1 febbraio

Lunedì scorso, Israele e Kosovo hanno firmato una dichiarazione congiunta per la normalizzazione dei rapporti diplomatici fra i due Paesi. Pristina ha inoltre riconosciuto come capitale d’Israele Gerusalemme, dove sarà aperta l’ambasciata kosovara. Tale decisione pone il Kosovo, Paese a maggioranza musulmana, in una posizione particolarmente problematica rispetto alle prospettive di risoluzione della questione palestinese. Sono subito seguite reazioni negative e condanne da diversi Paesi e organizzazioni internazionali come Serbia, Turchia e Unione Europea.

Image Credits: EPA-EFE/VALDRIN XHEMA

L’Iran rilascia l’equipaggio della petroliera sudcoreana sequestrata – 2 febbraio

Image Credits: EPA/US NAVY HANDOUT

Il governo iraniano ha annunciato di essere intenzionato a rilasciare l’equipaggio della petroliera sudcoreana sequestrata a inizio gennaio per il rischio di inquinamento del Golfo Persico. Secondo quanto dichiarato dal Ministro degli Esteri sudcoreano, avrebbe avuto luogo un dialogo fra i due Paesi riguardante non solo la questione della petroliera ma anche il problema del congelamento dei fondi iraniani in Sud Corea a causa delle sanzioni statunitensi.

Diplomatico iraniano condannato a 20 anni per tentato attacco terroristico – 4 febbraio

Per la prima volta dalla Rivoluzione Islamica del 1979, un diplomatico iraniano è stato recentemente condannato a 20 anni dal tribunale di Anversa, in Belgio per “tentato attacco terroristico“. La sentenza si riferisce al coinvolgimento di Assadollah Assadi, di stanza a Vienna, nella pianificazione di un attentato contro il gruppo di opposizione iraniano Mujahedeen-e-Khalq (Mek) nel 2018 vicino Parigi.

Image Credits: @IranNewsUpdate1 Twitter

ASIA-PACIFICO

Birmania: l’esercito prende il controllo del Paese – 31 gennaio

Image Credits: EPA-EFE/MAUNG LONLAN

Alla vigilia dell’inizio dei lavori del nuovo Parlamento, eletto lo scorso 8 novembre, l’esercito birmano ha proclamato lo stato di emergenza, arrestando numerosi esponenti del partito di maggioranza NLD (National League for Democracy), inclusa la leader Aung San Suu Kyi, e denunciando i risultati delle elezioni, ritenute fraudolente. Il Paese, che aveva iniziato una transizione democratica nel 2008, sembra dunque essere ripiombato sotto il controllo militare. A seguito del coup e della sospensione delle piattaforme social, viste come strumento di diffusione del dissenso, molti cittadini birmani sono scesi in piazza per protestare, affrontando la dura repressione militare. Sebbene la comunità internazionale abbia subito chiesto un rapido ritorno alla democrazia, il Consiglio di Sicurezza ONU, riunitosi in via straordinaria, non è stato in grado di accordarsi su un documento comune di condanna del golpe, specialmente a causa dei veti di Russia e Cina. Inoltre, la mancanza di un governo stabile potrebbe complicare le procedure giudiziarie del caso Gambia v. Birmania relativo al genocidio dei Rohingya, attribuito allo Stato birmano e attualmente davanti alla Corte Internazionale di Giustizia.  

Bangladesh: collusione tra PM e clan criminale – 1 febbraio

Un’inchiesta di Al Jazeera, recentemente pubblicata, ha svelato gli stretti legami tra la Prima Ministra del Bangladesh Sheikh Hasina e i fratelli Ahmed, due dei quali ricercati per omicidio e uno, capo dell’esercito, al servizio della PM in qualità di confidente. Sembrerebbe che i fratelli Ahmed abbiano beneficiato di ampio sostegno da parte di Hasina nel poter perpetrare in attività criminali. In particolare, Haris Ahmed, fuggito in Ungheria, sembrerebbe lavorare da intermediario, ricevendo ingenti somme di denaro e/o favori per offrire contratti governativi al migliore offerente, con il sostegno di funzionari dell’esercito bengalese e della stessa PM. Il Ministro degli Esteri bengalese ha subito attaccato l’emittente qatariota, definendo l’inchiesta di Al Jazeera “falsa e diffamatoria”. In seguito alla pubblicazione dell’inchiesta, che faceva riferimento anche all’acquisizione da parte di Haris Ahmed di tecnologie di spionaggio avanzate, l’ONU ha aperto un’indagine ufficiale nei confronti dell’esercito del Bangladesh. Infatti, parrebbe che alcuni comandanti abbiano affermato che tali strumenti sarebbero stati impiegati da contingenti militari bengalesi nel corso delle missioni di peacekeeping sotto egida ONU, venendo tuttavia smentiti dai funzionari delle Nazioni Unite.

Image Credits: Al Jazeera

 

Hong Kong: il Regno Unito offre nuovo visto ai residenti – 31 gennaio

Image Credits: Nora Tam/South China Morning Post

Il governo di Londra ha aggiornato il proprio regime dei visti, garantendo ai cittadini di Hong Kong in possesso del passaporto BNO (British National Overseas) di vivere e lavorare nel Regno Unito e poter, dopo cinque anni, fare richiesta per la cittadinanza britannica. Fino a quel momento, infatti, il passaporto permetteva solamente un soggiorno nel Regno Unito di sei mesi, rinnovabile. La creazione del nuovo visto segue di due giorni la decisione cinese di non riconoscere più il passaporto BNO “come documento di viaggio e di identità”, riservandosi inoltre la facoltà di poter intraprendere in futuro ulteriori provvedimenti. Il timore è quello che Pechino possa impedire ai residenti di Hong Kong di lasciare la città. 

 

About the Authors


Valeria Pia Soricelli

Nata a Benevento nel 1998, è appassionata di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare interesse verso il Medio Oriente. Ha conseguito il diploma di maturità classica e la laurea triennale in Scienze Politiche. Attualmente è studentessa del corso magistrale in International Relations presso la LUISS Guido Carli e sta svolgendo il tirocinio nella sezione Relazioni Bilaterali dell’Ambasciata Britannica di Roma. Ha inoltre partecipato al programma Erasmus+ presso l’Institut d’études politiques Sciences Po Paris. Da includere tra le sue varie passioni anche la musica rock, il canto e il cinema francese. View more articles. 

 

Angela Venditti

Nata a Foggia nel 1999, nutre un profondo interesse per le relazioni internazionali, la cooperazione allo sviluppo e la geopolitica. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche nell’estate 2020, ed è attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali presso la LUISS Guido Carli. Complice la partecipazione al progetto Erasmus all’Institut d’Études Politiques SciencesPo Paris, ha potuto approfondire tematiche legate al continente africano, diventato fonte di interessanti spunti e ricerche. È amante della letteratura francese e delle lingue, ed è grande appassionata di F1. View more articles.

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