Agli occhi dei più, la gestione del quadro pandemico da parte del Governo è riassumibile in due parole: calma piatta. Tuttavia, i più attenti stanno facendo notare che, nel caos della dinamica Stato-regioni e della divisione “colorata” della penisola, qualcos’altro sta iniziando a scuotere con più forza i vertici di maggioranza, distanti su molte linee politiche, non da ultimo il possibile ricorso al MES. Insomma, le prossime mosse del Governo, probabilmente, non saranno così scontate e, intanto, Conte sembra voler tornare alla tecnocrazia.
Cabina di regia
La goccia che potrebbe far traboccare il vaso sarà la gestione del Recovery Fund. Infatti, se da una parte Renzi e Zingaretti tendono a voler collaborare, se possibile anche con le opposizioni, sulla messa a punto del Recovery Plan, dall’altra lo spirito “accentratore” del Presidente del Consiglio lo spinge ad assumere un ruolo di assoluto protagonismo. Per superare la differenza di visioni, Giuseppe Conte sembra aver trovato – almeno ai suoi occhi – una sintesi credibile: l’invenzione di una cabina di regia in cui condividerebbe il potere di controllo insieme ai ministri Roberto Gualtieri (Economia e Finanze) e Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico). La ratio che dovrebbe sottostare al progetto sarebbe la creazione di uno schema piramidale così formato:
- Regia politica: Presidente del Consiglio, Ministro dell’Economia e delle Finanze e Ministro dello Sviluppo Economico;
- Al fianco della triplice testa politica, dovrebbe esserci il CIAE (Comitato Interministeriale per gli Affari Europei), guidato dal Ministro per gli Affari Europei Enzo Amendola, che sarà incaricato, specialmente in questa fase delicata, di curare i rapporti con l’UE;
- Sei commissari manager con poteri speciali che dovrebbero, secondo quanto emerge dalla riunione dei capi delegazione delle forze di maggioranza, essere responsabili dell’esecutività di sei missioni, a loro volta suddivise in insiemi di progetti (i cosiddetti cluster) utili al raggiungimento dei principali obiettivi di stampo economico e sociale. Le sei macro aree di interesse sono:
- SALUTE;
- DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PRODUTTIVO;
- EQUITÀ SOCIALE, DI GENERE E TERRITORIALE;
- ISTRUZIONE, FORMAZIONE, RICERCA E CULTURA;
- RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA;
- INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ.
- 300 professionisti che andrebbero a costituire una task force di coadiuvatori del lavoro di gestione dei fondi.
Nel resto del panorama politico, intanto, scoppia la polemica. Si ritiene inutile e paralizzante questa piramide, anche perché – ribadiscono con forza dall’opposizione – «se manca il come spenderli è poco importante chi sia l’esecutore della spesa». Quello che si nota, infatti, è proprio la mancanza di una vera progettualità dell’uso degli investimenti e, ad essere sinceri, la rigida struttura prevista dal Premier non aiuta a far credere che tutto questo possa funzionare efficacemente in futuro, considerando tra l’altro che anche la terminologia utilizzata ricorda molto schemi della più paludosa burocrazia.
Di conseguenza, ecco che si va delineando quello che è il dubbio più intrigante di questi giorni: visto che nella maggioranza c’è chi storce il naso, ci sarà veramente un rimpasto di Governo?
Rimpastiamo?
Fino a qualche mese fa, nessuno avrebbe mai messo in discussione il tanto amato Premier Conte. Eppure, adesso, le carte in gioco sembrano molto cambiate. L’anello debole del Governo sembra essere diventato proprio l’intoccabile Presidente del Consiglio, che fatica a rendere appetibile il lavoro svolto dal suo esecutivo. E allora cosa si può fare? Sicuramente, nessun esponente nella maggioranza, al momento, ha intenzione di aprire una crisi in piena pandemia, specialmente perché sembra che tutti abbiano un chiaro e comune obiettivo in mente: arrivare al 2023 ed eleggere un Presidente della Repubblica europeista e moderato.
D’altra parte c’è chi, come i leader di Italia Viva e PD e una parte interna ai 5 stelle (vicina a Di Maio), ritiene necessario rinforzare la maggioranza nonostante le forti resistenze interne, manifestate soprattutto da parte dell’attuale capo politico del Movimento Vito Crimi e del Guardasigilli Alfonso Bonafede. Quest’ultimo, in particolare, crede che un rimpasto sia totalmente fuori discussione (qualcuno potrebbe pensare che la sua resistenza sia dovuta al suo timore di essere tagliato fuori). Tuttavia, mentre si tenta di intercettare qualche notizia e quindi capire eventualmente come e se si intenderà cambiare l’assetto governativo, i nodi da sciogliere, soprattutto con il Quirinale, sono ancora molti. Questa storia, istituzionalmente, potrebbe essere un grande azzardo: c’è la possibilità che produca l’effetto contrario a quello sperato e, quindi, non un rafforzamento ma un indebolimento della forza dell’esecutivo e, in modo ancor più grave, un’instabilità (anche se momentanea) per il Paese, che in questo momento sarebbe sicuramente da evitare.
Il vero dilemma sta nel come procedere, visto che cambiare un ministro non comporterebbe particolari problematiche, ma – forse – neanche i benefici auspicati. Tuttavia, se si iniziasse a parlare di cambi consistenti (4/5 ministri o quello, ormai apparentemente sventato, del Presidente del Consiglio), ci sarebbe bisogno di molto più tempo a causa della necessità da parte del Governo di sottoporre la questione di fiducia alle Camere.
Gli unici due elementi che al momento appaiono chiari sono:
- Matteo Renzi e Nicola Zingaretti che spingono per un riequilibrio delle forze di Governo;
- Giuseppe Conte che, fino a qualche giorno fa sicuro di avere la forza di scongiurare qualsiasi assedio a Palazzo Chigi, inizia ad aprirsi alle trattative, dimostrando la consapevolezza di essere diventato molto meno forte di prima.
(Featured Image Credits: L’Espresso)
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Francesco Palermo
Nato a Soveria Mannelli nel 2000, è appassionato di politica italiana ed è profondamente europeista. Attualmente frequenta il corso di laurea triennale in Economia presso l’Università della Calabria, dove è anche impegnato nella rappresentanza studentesca. È amante della musica e della letteratura. View more articles.