
Weekend pieno di tumulto per il Consiglio dei Ministri che lo scorso mercoledì ha dato il via libera alla Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza. È stato proprio il premier Mario Draghi a spiegare, durante la conferenza stampa di presentazione della NaDEF, che “il quadro economico è di gran lunga migliore di quello che noi stessi pensavamo potesse essere cinque mesi fa”.
Il 2021 è stato un anno abbastanza pesante per quanto riguarda il versante economico e, proprio per questo, il premier ha ampiamente ringraziato il ministro dell’economia Daniele Franco, e tutti i suoi collaboratori, per l’impegno che hanno dimostrato nel dare all’Italia ben tre leggi di bilancio durante la crisi pandemica.
Cosa si prevede?
In generale, le previsioni presenti nella NADEF prospettano uno scenario di crescita dell’economia italiana e di graduale riduzione del deficit e del debito pubblico.
L’intonazione della politica di bilancio rimane espansiva nei prossimi due anni e poi diventa gradualmente più focalizzata sulla riduzione del rapporto debito/PIL. Se si pensa che attualmente si sta attraversando il più complesso ed articolato periodo della storia recente, una vera e propria sfida che si pone l’attuale Governo è la completa realizzazione del PNRR nei prossimi anni. Rispetto alle previsioni del DEF, infatti, il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo inverte la sua rotta e, invece di salire, scende dal 155,6 % al 153,5 %.
La legge di bilancio definitiva che sarà presentata – come di solito accade – verso la fine dell’anno, punta a una crescita equa, sostenibile e duratura, a tassi di crescita più alti di quelli precedenti la pandemia, i quali erano veramente molto bassi ed erano alla base della crisi continua dell’economia.
L’obiettivo è il raggiungimento del livello di PIL trimestrale pre-crisi entro la metà del prossimo anno. Dopodiché si punta a una crescita, anche dell’occupazione, “nettamente al di sopra dei ritmi registrati nell’ultimo decennio”, come affermato in conferenza stampa.
Novità e aggiustamenti
Un’altra notizia positiva per gli italiani sta nel fatto che stanno aumentando gli investimenti nei confronti del bel Paese. Draghi ha sottolineato che, dopo il calo del 9,2% nel 2020, si prevede per gli investimenti un aumento di circa il 15% per il 2021 e di oltre il 6% per il 2022. “Un rimbalzo – ha detto il premier – che recupera tutto ciò che è stato perso lo scorso anno e anche più”.
Inoltre, il Governo cerca di rassicurare gli investitori internazionali facendo leva sul fatto che è riuscito a mantenere tutte le promesse fatte e a rispettare tutti i suoi appuntamenti sull’esecuzione dell’accordo con la Commissione europea sul PNRR. Tutto ciò ha permesso all’Italia di acquisire credibilità agli occhi dei finanziatori e l’esecutivo guidato da Draghi ha tutta l’intenzione di sfruttare al meglio questa opportunità.
Fra i corridoi di Palazzo Chigi si sta parlando ultimamente anche di Decreto Bollette e di riforma fiscale. Ma se il primo è stato già approvato dal Consiglio dei Ministri – manca solo l’ufficializzazione da parte del Parlamento – la seconda è ancora un’idea svolazzante tra le scrivanie governative. Non c’è ancora nulla di certo sulla portata della riforma, né tantomeno su un quadro completo delle eventuali novità che arriveranno sull’IRPEF, sul cuneo fiscale, sull’IRAP e sui diversi bonus.
Il testo è ancora tutto da scrivere, ma – purtroppo – i fondi attualmente a disposizione non lasciano spazio a molti margini di manovra. Ad oggi, le risorse ammontano a 2-3 miliardi di euro per il 2022 e il 2023: ogni bonus, esenzione o agevolazione rappresenta una scelta politica, quindi, il Governo è chiamato ad affrontare questa nuova sfida e cercare di alleggerire il carico fiscale per gran parte delle famiglie italiane operando scelte abbastanza ponderate.
A prescindere da cosa deciderà di fare l’esecutivo, ciò che interessa primariamente è la stabilità economica del Paese. Sembra che si stia realmente procedendo con cautela – e a piccoli passi – per assicurare un futuro florido per l’Italia, perciò dare priorità all’economia e all’attuazione finanziaria del PNRR sembra scontato, ma non lo è.
About the Author
Silvia Foti

Nata a Reggio Calabria nel 1999, è una grande appassionata delle tematiche relative all’economia e alla finanza. Dopo una laurea triennale in Scienze Politiche, attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Governo, Amministrazione e Politica presso l’università LUISS Guido Carli. Ha svolto varie attività di volontariato nel corso degli anni e nell’estate 2019 ha potuto prendere parte a un progetto di volontariato svolto in collaborazione con Croce Rossa Italiana. Tra le sue varie passioni anche l’arte, le lingue straniere e il nuoto. View more articles.
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