Si chiama Hamdam (“compagno” in persiano) il nuovo “Tinder musulmano”, recentemente lanciato dalla Repubblica Islamica dell’Iran e considerato l’unica applicazione di dating legale nel Paese. L’obiettivo? Incentivare «matrimoni duraturi e consapevoli», a partire da un match.
L’applicazione
Sviluppata dall’Istituto culturale Tebyan e presentata lo scorso lunedì dalla televisione statale iraniana, l’applicazione Hamdam favorirebbe solo relazioni salde e monogame. I primi step consisterebbero nella verifica dell’identità dell’utente e in un iniziale test psicologico. Una volta trovato il partner perfetto e ottenuta l’approvazione delle rispettive famiglie, l’applicazione si propone di accompagnare la coppia con un servizio di consulenza anche nei primi quattro anni di matrimonio.
La nuova arma del pronatalismo iraniano
Hamdam rappresenta senza dubbio un nuovo peculiare strumento della politica demografica iraniana, nonché una parziale risposta alle preoccupazioni dei leader del Paese. In particolare, quello a cui stanno assistendo la Guida Suprema Khamenei e il neoeletto Presidente Ebrahim Raisi è un sostanziale e allarmante aumento di divorzi, accompagnato da un importante abbassamento del tasso di nuzialità. Secondo quanto dichiarato da Alireza Sajedi, ufficiale della National Organization for Civil Registration (NOCR), già nel 2018, si era evidenziato un calo del 9% nel numero dei matrimoni nell’arco di un anno, nonché una crescita delle separazioni, passando da un divorzio ogni otto matrimoni nel 2008 a un divorzio ogni tre matrimoni dieci anni più tardi.
Questi dati, che rifletterebbero un trend già avviato all’inizio degli anni 2000, sono giustificati a fronte non solo di un progressivo peggioramento delle condizioni economiche della popolazione, ma soprattutto della sempre maggiore diffusione di matrimoni precoci.
Ad aggravare lo scenario demografico iraniano vi sarebbe anche il significativo abbassamento del tasso di fecondità, diminuito del 25% negli ultimi quattro anni, secondo quanto dichiarato recentemente dal Ministero della Salute iraniano. Il numero di nati ogni anno per donna risulterebbe oggi di 1,6 in Iran, ben al di sotto del valore auspicabile.

Di fronte al disfacimento della famiglia, nucleo politico e culturale della propaganda teocratica iraniana, l’Ayatollah Khamenei si ritrova dunque a battere nuove strade e cercare nuovi rimedi.
Ci si domanda, quindi, se – nonostante le evidenti differenze strutturali, religiose e culturali del caso – il mondo social non possa rappresentare la nuova frontiera della politica demografica di altri Paesi.
About the Author
Valeria Pia Soricelli

Nata a Benevento nel 1998, è appassionata di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare interesse verso il Medio Oriente. Ha conseguito il diploma di maturità classica e la laurea triennale in Scienze Politiche. Attualmente è studentessa del corso magistrale in International Relations presso la LUISS Guido Carli e sta svolgendo il tirocinio nella sezione Relazioni Bilaterali dell’Ambasciata Britannica di Roma. Ha inoltre partecipato al programma Erasmus+ presso l’Institut d’études politiques Sciences Po Paris. Da includere tra le sue varie passioni anche la musica rock, il canto e il cinema francese. View more articles.
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