Le Olimpiadi Ai Tempi Del Covid

Sono trascorsi 127 anni da quando, nella settimana compresa tra il 16 e il 23 giugno del 1894, si riunì il Congrès International Athlétique all’università Sorbona di Parigi, con l’obiettivo di organizzare i giochi olimpici di Atene del 1896, i primi dell’epoca moderna. Da quel momento in poi lo sport mondiale subì una svolta radicale: il primo passo fu la creazione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), nato come organizzazione non governativa senza scopo di lucro che potesse fungere da organo supremo dello sport a livello globale.

Nel corso della 125esima sessione del suddetto Comitato Olimpico, svoltasi a Buenos Aires il 7 settembre 2013, Tokyo ha avuto la meglio su Istanbul e Madrid ottenendo l’assegnazione dei Giochi della XXXII Olimpiade. Attraverso un piano di ammodernamento degli impianti già utilizzati nel corso dei Giochi del 1964 e nuovi investimenti infrastrutturali, tra cui un piano da 400 miliardi di yen (circa 2,7 miliardi di euro) del governo metropolitano di Tokyo, il Giappone ha avviato nel migliore dei modi il percorso verso la cerimonia inaugurale prevista per il 24 luglio 2020. Tuttavia, all’alba dell’anno del grande evento, la notizia di un male invisibile e imprevisto ha iniziato a propagarsi e, con essa, la sua diffusione. Già a gennaio, il Paese del Sol levante aveva fatto registrare i primi casi di contagio della nuova malattia. Immediate le rassicurazioni: “i giochi si faranno” il coro unanime di CIO e comitato organizzatore. Nonostante la ferrea volontà di proseguire, la pandemia si è diffusa a una velocità incontrollabile provocando la sospensione o il rinvio di tutte le competizioni sportive di carattere nazionale ed internazionale.

Le Olimpiadi non hanno fatto eccezione e con un comunicato congiunto dal sapore di resa, emanato il 24 marzo 2020, comitato organizzatore e CIO hanno deciso di rinviare i Giochi all’estate 2021, ufficializzando le nuove date sei giorni dopo. Il Presidente del CIO, Thomas Bach, si esprimeva così alla vigilia della giornata inaugurale originariamente programmata: “questi Giochi Olimpici di Tokyo dovranno essere e saranno la luce alla fine del tunnel in cui si trova l’umanità in questo momento”. Dai vaccini la nuova speranza e la convinzione che le parole di Bach possano trovare terreno fertile per sbocciare in riscontri concreti. La notizia del recente accordo tra CIO e le case farmaceutiche Pfizer & BioNtech per la distribuzione, attraverso il coordinamento dei NOC (Comitati Olimpici Nazionali), e somministrazione dei vaccini a tutti gli atleti che prenderanno parte alle Olimpiadi, costituisce solo la più logica evoluzione del tumultuoso percorso di avvicinamento.

Oltre a ciò, il Giappone ha deciso, già da qualche tempo, di impedire l’ingresso nel Paese a tutti i cittadini stranieri, per tentare di garantire il regolare svolgimento dell’evento e per cercare di salvaguardare la salute pubblica impedendo il dilagare delle nuove varianti del virus.

Sakoku” è il termine giapponese per indicare la politica di isolazionismo che lo shogunato di Tokugawa ha imposto al paese dal 1641 al 1853 in un’ottica di difesa culturale. La pandemia del nuovo coronavirus ha riportato il Paese a uno stato di isolamento accantonato quasi due secoli fa, nonostante gli eccellenti risultati finora ottenuti in termini di contenimento della diffusione, grazie a una rigida disciplina e un sistema di tracciamento efficace e capillare. I casi rilevati, infatti, sono poco più di 600.000, con un tasso di contagio rispetto alla popolazione inferiore allo 0,5%, mentre i decessi accertati sono “appena” 10.500 con un tasso di letalità dell’1,7%, sebbene il Paese abbia la popolazione più anziana del mondo. Nonostante i numeri contenuti, il sistema ospedaliero giapponese è sotto pressione e il premier Yoshihide Suga ha deciso di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 maggio a Tokyo e nei dipartimenti di Osaka, Kyoto e Hyogo, oltre che nelle prefetture di Aichi e Fukuoka. Il regolare svolgimento dei Giochi non sembra essere a rischio, anche se non mancano forti elementi di preoccupazione: dalla lentezza della campagna di vaccinazione nel Paese all’arrivo di oltre diecimila persone tra atleti e delegazioni di oltre duecento paesi. Una petizione online dal titolo “annullare le Olimpiadi di Tokyo per proteggere le nostre vite” ha già raccolto oltre 210.000 firme e il 72% dei giapponesi si è dichiarato favorevole ad un’ulteriore rinvio della manifestazione, strada tuttavia impercorribile secondo il CIO. Il Comitato, infatti, si era pronunciato a favore di un rinvio, a patto che lo slittamento non superasse l’estate 2021. La sensazione dunque è che i Giochi, nonostante malumori, perplessità e preoccupazioni, si terranno, nella speranza che possano rappresentare “la luce alla fine del tunnel in cui si trova l’umanità”.

(Featured Image Credits: Ansa.it)

About the Author

Alessandro Cinque

Nato a Roma nel 1996, sono un grande appassionato di materie storico-politiche oltre che amante dello sport. Per questa ragione ho deciso di iscrivermi al Master in Sport Management presso la 24Ore Business School. Ho trascorso i cinque anni della mia carriera universitaria presso la Luiss “Guido Carli” dove ho conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali e la laurea magistrale in Governo e Politiche – Istituzioni e Politiche. Nel 2020 ho iniziato a lavorare come “Customer Service Assistant” tirocinante presso una società di servizi informatici di Roma la quale ha successivamente deciso di inserirmi a tempo pieno nell’organico aziendale.

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