Notizia delle ultime ore: via libera del Consiglio dei ministri al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che tutti gli Stati membri dell’Unione Europea devono presentare alla Commissione UE entro il 30 aprile 2021. Lo scorso sabato, lo stesso Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha annunciato il raggiungimento di un’intesa con Bruxelles per il piano da 200 miliardi per la ripartenza dell’Italia. Nelle giornate di oggi e domani il PNRR passa al vaglio di Camera e Senato e tanti sono i temi su cui si discute. Tuttavia, si può procedere solo a piccole modifiche del testo, visto anche quanto emerso dalla telefonata del premier Draghi con la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha fatto informalmente intendere che il Recovery Plan italiano ha il “disco verde” da parte dell’Unione.
Le missioni del PNRR
Sono 6 le missioni del PNRR, legate a determinate aree tematiche di intervento funzionali a realizzare gli obiettivi economici e sociali definiti nella strategia governativa:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 42,55 mld (il 22% degli investimenti totali) per la digitalizzazione della PA, la transizione digitale e lo sviluppo di tecnologie innovative, internazionalizzazione, turismo e cultura;
- Rivoluzione verde e transizione ecologica: 57 mld (30%) per investimenti in economia circolare, fonti rinnovabili, efficienza energetica e dissesto idrogeologico;
- Infrastrutture per la mobilità e le telecomunicazioni: 25,33 mld (13%) per la realizzazione di una rete nazionale in fibra ottica, lo sviluppo delle reti 5G e l’Alta Velocità;
- Istruzione e ricerca: 31,88 mld (17%) per assunzioni e investimenti in infrastrutture per l’educazione e la cura della prima infanzia, scuola 4.0, formazione degli insegnanti, rafforzamento discipline STEM, istruzione professionale. Sul fronte della ricerca, programmi di dottorato e filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico;
- Inclusione e coesione: 19,12 mld (10%) a progetti per la partecipazione al mercato del lavoro, la formazione e il rafforzamento delle politiche attive, dei centri per l’impiego e dell’imprenditorialità femminile, nonché progetti di rigenerazione urbana per i comuni sopra i 15 abitanti e per le periferie delle città metropolitane;
- Salute: 15,63 mld (8%) per rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, nonché modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario.
Con queste misure, l’Italia punta a ridurre l’impatto della crisi provocata dal Covid-19 soprattutto in ambito economico e sociale, puntando ad una crescita economica che passi dallo 0,8% all’1,6%. Diventa fondamentale anche l’aumento delle risorse nelle aree di ricerca e sviluppo, in modo da innalzare i livelli di benessere sociale in termini di equità e sostenibilità, con un particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno. Al centro del Piano vi sono, poi, le politiche attive del lavoro che mirano soprattutto all’inclusione dei giovani nel mercato del lavoro. Ulteriori obiettivi riguardano la resilienza e la sicurezza del Paese, sia in termini di finanza pubblica che di calamità naturali, crisi epidemiche e rischi geopolitici.
Addio bonus, sì alle riforme
Tra le novità del PNRR è possibile notare come sia stato prorogato il Superbonus 110% fino al 2023. A fine 2021 si dirà addio a Quota 100 per dare spazio ad una nuova Riforma Pensioni — che dovrebbe vedere la luce nel 2022 – che mirerà alla concessione di pensioni anticipate per le categorie di lavoro che si occupano di mansioni logoranti. Un’altra misura che terminerà a fine anno sarà il Cashback di Stato volto a favorire i pagamenti digitali, uno strumento che ha incontrato i pareri negativi di molti economisti, in primis dello stesso Mario Draghi. Saranno comunque introdotti nuovi incentivi fiscali che guardano più al futuro, una sorta di investimento per la digitalizzazione dell’Italia. Inoltre, si vuole procedere con riforme di un certo peso per sburocratizzare la Pubblica Amministrazione e il settore della giustizia e promuovere la semplificazione e la concorrenza.
Nodi al pettine
Se da un lato i componenti del Governo conoscono per filo e per segno ogni punto del PNRR, il resto della maggioranza e, ancor di più, l’opposizione, lamentano di non essere a conoscenza dei dettagli e delle mosse che il Governo ha intrapreso e intende intraprendere in questi giorni. Il vaglio delle Camere al testo del Piano non è, difatti, del tutto libero: i giorni a disposizione per fare modifiche sostanziali sono pochi e l’opposizione, inoltre, lamenta il fatto di non aver potuto visionare il testo finale, nonostante lo si debba votare in Parlamento. Essendo la data di scadenza il 30 aprile, il Parlamento italiano dovrà utilizzare questi ultimi 4-5 giorni per apporre qualche miglioria al testo – già “bollinato” in verde dalla Commissione Europea – e per approvarlo in via definitiva.
L’Unione Europea, d’altronde, ha chiesto maggiore chiarezza sui modi, sulle azioni e soprattutto sui tempi di realizzazione di questo Piano di ripresa. Lo stesso premier Draghi ha garantito, in prima persona, l’impegno da parte dell’Italia nel dare puntuale attuazione agli obiettivi del Piano soprattutto per quanto riguarda le riforme strutturali.
Si invitano, quindi, tutti i lettori a stare al passo con le ultime notizie perché l’Italia si trova di fronte a un bivio epocale e il suo futuro dipende interamente dal buon utilizzo di queste risorse.
(Featured Image Credits: The Irish Times)
About the Author
Silvia Foti

Nata a Reggio Calabria nel 1999, è una grande appassionata delle tematiche relative all’economia e alla finanza. Dopo una laurea triennale in Scienze Politiche, attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Governo, Amministrazione e Politica presso l’università LUISS Guido Carli. Ha svolto varie attività di volontariato nel corso degli anni e nell’estate 2019 ha potuto prendere parte a un progetto di volontariato svolto in collaborazione con Croce Rossa Italiana. Tra le sue varie passioni anche l’arte, le lingue straniere e il nuoto. View more articles.
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