Il 26 Aprile L’Italia Riapre. Ma È Davvero Un «Rischio Ragionato»?

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, parla alla stampa di riaperture e di opportunità. Dal 26 aprile, infatti, bar e ristoranti con tavoli all’aperto rimangono aperti anche di sera. Permessi gli spostamenti tra regioni gialle, anche se servirà un pass tra regioni di colore diverso. Il coprifuoco – per ora – rimane alle 22. Per gli altri locali la data della riapertura scatterà il 1° giugno. Il Presidente del Consiglio spera – giustamente – che questo rischio possa trasformarsi in «opportunità straordinaria per l’economia e per la nostra vita sociale». Tuttavia, gli scienziati fanno notare che il pericolo che la curva si impenni purtroppo esiste. L’ormai noto conflitto tra salute ed economia continua. Chi avrà ragione? 

Un rischio ragionato

«Il Governo ha preso un rischio ragionato in base ai dati dell’epidemia che sono in miglioramento». Così afferma Draghi durante la conferenza stampa di venerdì. Arriva quindi la tanto attesa “road map” delle riaperture e dal 26 aprile torna la zona gialla. Non solo, quindi, via libera agli spostamenti tra regioni ma, anche, via libera alle scuole superiori senza Dad al 100% e ai bar e ristoranti con tavoli all’aperto pure la sera. Inoltre, il premier aggiunge che «si può guardare al futuro con prudente ottimismo». Ma tiene anche a precisare che, soprattutto ora, «i cittadini, a maggior ragione, dovranno rispettare il distanziamento e indossare la mascherina». D’altronde, il caso della Sardegna è noto a tutti: l’unica regione bianca ad essere diventata, dopo poco tempo, rossa. Draghi certamente non vuole che ciò accada all’Italia intera. Afferma infatti che «se i comportamenti saranno osservati e la campagna vaccinale, che sta andando bene, andrà sempre meglio, la possibilità che si torni indietro è molto bassa».

Rilanciare l’economia italiana

Dunque, si tratta di un «rischio ragionato» che, senza alcun dubbio, tiene conto della frustrazione e dello sconforto dei cittadini e delle imprese e, soprattutto, delle pressioni e del desiderio di alcuni partiti – in primis la Lega – di mostrarsi come difensori degli interessi degli imprenditori e, in generale, del mondo produttivo. Draghi spera, attraverso questo “via libera”, di poter rimettere in moto l’economia e, nello specifico, questa svolta sarà caratterizzata da tre pilastri: le riaperture, le nuove opere e lo scostamento di bilancio. D’altronde, l’obiettivo principale di Draghi è recuperare il gap strutturale di competitività che l’Italia ha accumulato negli ultimi decenni, in primo luogo rispetto ai principali partner europei, Germania in testa. Ed è a tal proposito che, oltre alle nomine dei 57 commissari per le opere pubbliche, il Presidente del Consiglio sta seguendo in prima persona e coordinando «una riforma di grande respiro» sulle semplificazioni amministrative.

La destra canta vittoria

«Questa è una vittoria di chi ha voluto un governo diverso. Il merito del centrodestra è aver acceso i riflettori sulle categorie più colpite dalla pandemia». Così dice Maria Stella Gelmini, Ministro agli Affari Regionali, in un’intervista al Corriere della Sera. «È vittoria del buonsenso. Per le prossime 48 ore mi porto a casa, anzi offriamo al Paese, i 40 miliardi per le imprese e le riaperture per le zone fuori dal rischio pandemico», dice il leader della Lega, Matteo Salvini, al termine della sua visita all’hub vaccinale della “Fabbrica del Vapore” a Milano. Mentre la destra festeggia, gli esponenti del PD e del M5S si mostrano più prudenti ma comunque soddisfatti. Zingaretti, infatti, afferma in un post su Facebook: «bene Draghi e Speranza su riaperture. Si coniugano sicurezza sanitaria e certezza di ripresa». Tra i partiti della maggioranza, nonostante vi sia – come sempre – tensione, sembra che si sia trovata una soluzione comune. Il premier, infatti, minimizzando i contrasti interni, afferma che «si è presa una decisione che contempera tutti i punti di vista e quest’ultima è stata presa all’unanimità». Inoltre, sulla tenuta della maggioranza Draghi si mostra sereno: «non c’è bisogno di fare appelli» all’unità, dice, perché nel Cdm «l’atmosfera è eccellente». 

La preoccupazione degli esperti

«È un rischio. Le terapie intensive sono congestionate. Siamo pronti a intervenire subito». Così afferma Giovanni Rezza, capo della Prevenzione del ministero alla Salute e membro del Comitato tecnico scientifico del governo. Se le aperture dovessero creare ulteriori problemi, assicura che gli esperti «sono pronti a ricorrere a un sistema di allerta precoce che permette di intervenire subito». E le attività che preoccupano di più sono «quelle al chiuso, come ristoranti e musei», ma anche «alcuni sport di contatto, come il calcetto, che comportano un certo rischio».

Nonostante le più che legittime preoccupazioni del mondo scientifico, è comunque necessario che la politica faccia il suo mestiere e, quindi, che trovi una sintesi tra indicazioni scientifiche e necessità produttive. D’altronde, questa emergenza è anche economica e – come molti italiani sanno – ha gettato nella disperazione migliaia di famiglie. Queste prime aperture volute dal Presidente Draghi, quindi, possono essere pienamente considerate una risposta al disagio e allo sconforto di intere categorie sociali, dai giovani agli imprenditori. Tuttavia, è doveroso notare che tale respiro, per poter essere pienamente tale e, di conseguenza, per poter portare maggiore serenità nel Paese e porre le basi per la ripartenza dell’economia, deve essere condizionato all’effettivo rispetto delle norme del distanziamento sociale e dell’utilizzo delle mascherine. D’altronde, come spesso accade, le riforme e i cambiamenti sperati diventano tali solo se c’è piena consapevolezza e collaborazione degli individui. 

Ci si augura, per il bene del Paese, che tale speranza si realizzi. 

(Featured Image Credits: Riccardo Scano)

About the Author


Luca Cupelli

Nato a Cosenza nel 1998, è appassionato di storia risorgimentale, politica italiana e relazioni internazionali. Dopo una laurea triennale in scienze politiche, attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Governo, Amministrazione e Politica presso l’università LUISS Guido Carli di Roma. Nel 2019 ha lavorato come analista politico tirocinante presso l’Ambasciata degli Stati Uniti. È un grande fan della musica anni ’80 e delle serie tv americane. View more articles

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