SIAMO ALLA RESA DI CONTE?

Mentre il presidente della Camera, Roberto Fico, dichiara che «le forze politiche sono disponibili a un confronto comune», è notizia di qualche giorno fa che i contatti tra il Quirinale e Mario Draghi si sono intensificati. Si vocifera, infatti, che l’ex presidente della Banca Centrale Europea abbia dato la propria disponibilità – in caso Giuseppe Conte non riuscisse a formare il suo terzo governo – a far parte di un nuovo esecutivo: come ministro del Tesoro o, perfino, come premier. Chi la spunterà tra il super Mario nazionale e l’avvocato del popolo?

Roberto Fico esploratore

«Dagli incontri è emersa la disponibilità comune da parte delle forze politiche a procedere in un confronto su temi e punti programmatici per raggiungere una sintesi». Così ha affermato il Presidente della Camera, Roberto Fico, al termine del primo giro di consultazioni, tenutesi sabato e domenica. Ieri si è concluso, infatti, il secondo giorno di consultazioni del mandato esplorativo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato al presidente della Camera Fico. La terza carica dello Stato è impegnata, quindi, a verificare che in Parlamento vi sia una maggioranza per la formazione di un nuovo governo. «Siamo pronti a un programma di legislatura e la persona giusta per portare avanti questo programma e guidare un governo è Giuseppe Conte». Così precisa Ricardo Merlo, a nome del gruppo parlamentare “Europeisti – MAIE – Centro Democratico” del Senato, dopo l’incontro con Roberto Fico. «Stiamo già lavorando  su un programma – aggiunge il senatore Merlo –, sulle questioni che riguardano la pandemia e la crisi economica». M5S, PD, Europeisti, MAIE, Centro Democratico, Autonomie, PSI e LeU guardano a Conte, quindi, come punto di equilibrio per la maggioranza e chiedono di affidare a lui l’incarico per formare il nuovo governo politico e concordare un programma scritto chiesto anche da Italia Viva. Tuttavia, le intenzioni di Matteo Renzi non sembrano queste. Come riportato da “La Stampa“, infatti, qualche giorno fa un senatore di Italia Viva, scosso dai dubbi riguardo la sua permanenza nel partito di Matteo Renzi, ha chiesto al leader: «Perché dovremmo rinunciare al governo?». La risposta di Renzi è stata: «Chi ha detto che rinunciamo? Ti assicuro che non rinunceremo. Solo che al posto di Conte ci sarà Draghi. Ti dispiace?». Come al solito, in tempi contraddistinti da incertezza e instabilità politico-economica, il nome di Mario Draghi ritorna.

«Se cado io c’è Draghi» 

Queste le parole che avrebbe detto il Presidente del Consiglio dimissionario Conte al Movimento 5 Stelle. L’arrivo dell’ex numero uno della Banca Centrale Europea, politicamente, sarebbe una sconfitta per i “grillini” e una decisa vittoria di Matteo Renzi, autore della crisi di governo e, ormai, avversario di Conte. Il senatore di Firenze non può che considerare la notizia dei contatti avvenuti nel bel mezzo delle consultazioni – anche se smentiti dal Quirinale – come un passo importante nella sua direzione: portare Draghi al governo, e, in particolare, nel ruolo di premier, e far cadere Giuseppe Conte sono infatti gli obiettivi principali del leader di Italia Viva. «Ho già fatto un capolavoro di strategia politica – ha confidato l’ex premier Renzi ai suoi parlamentari – e questa sarebbe la degna conclusione». Anche se è arrivata la smentita del Colle, il nome di Mario Draghi, ormai, è sulla bocca di tutti. Mara Carfagna ha già dichiarato: «Il centrodestra abbandoni l’Aventino. Sì a un governo Draghi». Ieri, inoltre, Berlusconi, su “Il Corriere della Sera“, ha parlato di un «governo dei migliori». L’allusione a Draghi è più che probabile. D’altronde, come riportato da “Dagospia“, una fonte autorevole di Forza Italia ha confermato il progetto condiviso con Renzi: «Draghi al governo, sostenuto da Silvio Berlusconi e, fuori dalla maggioranza, dalla Lega». 

Non sembra, quindi, essere risolta quella che, probabilmente, è la madre di tutte le questioni: la poltrona di Palazzo Chigi. Con il Movimento 5 Stelle, da una parte, che continua a blindare Conte e Renzi, dall’altra, che si rifiuta di fare – almeno pubblicamente – nomi, «perché prima vengono i contenuti e poi le persone». Considerando quanto sia ripida la strada di un nuovo «patto di legislatura» tra le forze che componevano la maggioranza del Conte bis, si può facilmente affermare che in un momento di grande incertezza sociale ed economica per il Paese, anche la politica nazionale sta dimostrando di essere tutt’altro che stabile.

(Featured Image Credits: Dagospia)

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Luca Cupelli

Nato a Cosenza nel 1998, è appassionato di storia risorgimentale, politica italiana e relazioni internazionali. Dopo una laurea triennale in scienze politiche, attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in Governo, Amministrazione e Politica presso l’università LUISS Guido Carli di Roma. Nel 2019 ha lavorato come analista politico tirocinante presso l’Ambasciata degli Stati Uniti. È un grande fan della musica anni ’80 e delle serie tv americane. View more articles

 

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